Frammenti slegati .
Storie di "eroi silenziosi",immagini fuggenti ,canzoni negli attimi dell' attesa .
mercoledì 16 ottobre 2013
PAOLO MORELLI,l'incantatore di canzoni.
Le parole,la musica,gli arrangiamenti volano su onde emozionali che sono percepite da ogni ascoltatore.Paolo Morelli,cantante,autore,identificato come voce e piano leader degli Alunni del Sole,rappresenta la punta di diamente dal cantautorato prestato al pop melodico.Il suo mondo interiore e le sue parole hanno sottolineato con tenerezza,sottile poesia e dolce malinconia,la melodia italiana coinvolgendo il mondo di giovani che negli anni settanta vivevano la dimensione intimistica, lontano dai sussulti del post '68 e dai sommovimenti studenteschi e sociali che interessavano l'Italia in quel periodo storico. Nato a Napoli ,vive la sua adolescenza in una famiglia dove si respira musica,con il Padre Ardelio -di origine toscana - che suona il violino e la madre diplomata in canto e pianoforte ed appassionata d'Opera. In questa dimensione privata Paolo Morelli,studia pianoforte,accantonando la sua grande passione per la pittura, ha l'imprinting per il mondo dell'arte.Appassionato di pittura ,di letteratura e di musica,insieme al fratello Bruno, che lo seguirà sempre come guida affettuosa,intraprende il cammino musicale. La storia si snoda sul finire degli anni sessanta, tra panorami naturali e sonori che includono Capri ed Ischia e che si sviluppa dalle canzoni ascoltate e rubate all'esterno dello "Shaker", un night di Napoli.La prima scrittura musicale lo porta a suonare ad Ischia ed insieme al fratello Bruno fonda il complesso denominato "I Maronti" ,come la spiaggia di Sant'Angelo.Tra la terra e il mare la lunga storia musicale e poetica di Paolo Morelli,sorvola il tempo ed i luoghi.Per realizzare il sogno artistico Paolo Morelli si trasferisce insieme al fratello a Roma e nel 1968 nascono "Gli Alunni del Sole",con il nome del gruppo ispirato dal libro di Giuseppe Marotta.La storia della band ha diverse vicissitudini iniziali,con i primi successi che nascono dalla trasmissione televisiva "Speciale per Voi" di Renzo Arbore,con gli Alunni del Sole che sono l'house band ed oltre ad esibirsi con canzoni proprie, accompagnano musicalmente gli ospiti del programma. Paolo suona il pianoforte e l'organo Hammond e spesso si esibisce in brani Rythm'n Blues .La prima formazione del gruppo è composta da Paolo Morelli,al piano e voce,Bruno Morelli chitarra,Giampaolo Borra basso,Antonio Rapicavoli sax e flauto,Giulio Leofrigio batteria. Dopo la pubblicazione del primo singolo "L'Aquilone" Rapicavoli lascia il gruppo .La storia di Paolo Morelli è legata agli Alunni del Sole,quasi come estensione dell'anima e scudo protettivo per la sua naturale timidezza .Le sue canzoni nascono da intuizioni,sono lo specchio dei sogni e del mondo immaginario che si traduce in musica. Il suo background culturale risente della preparazione classica,dell'amore per la letteratura ,per scrittori come James Joyce che rappresentano la nuova frontiera dell'introspezione nel dialogo interiore,ma anche per Proust e per gli impressionisti francesi Apollineare e Zola.Può sembrare strano,nei primi anni settanta,quando nel pop melodico italiano spopolavano gruppi che componevano canzoni con testi dalla facile rima "cuore-amore",come un'artista sensibile come Paolo Morelli si riappropri di immagini come il "fanciullo" di Pascoli e del simbolismo di libertà nel primo singolo "L'Aquilone".Quasi come il primo passo che poi si trasforma in successo discografico con "Concerto" l'anno successivo.Si inizia ad intravedere il suo modo compositivo che che si sviluppa su dimensioni armoniche in cui le pause e l'estensione orchestrale e le ripartenze,sembrano essere come una barca che si solleva tra le onde.Nel primo concept album ,datato 1972, "Dove era Lei a quell'ora" Paolo Morelli,realizza sotto forma canzone ,un racconto diviso in diversi brani.La sua proposizone musicale guarda anche alla Terra d'Albione ,tra il rock sinfonico e la melodia napoletana,in un intreccio tra note e parole dove il tema dell'amore infranto,della conclusione tragica,dell'iconografia degli uomini del sud,sembrano anticipare i tempi di passioni che travalicano negli atti estremi.I temi intimistici sono supportati dal pianoforte e si intravedono i testi in cui il simbolismo diviene canzone ''Collane di conchiglie,anelli di zingara ed il passo dei tuoi piedi sull'acqua bagnata .." (Collane di conchiglie) ''Testo in corsivo'' "Luna in una notte senza poesia,stelle di vetro sul pavimento...."(Ombre di Luci ). Il maggiore successo discografico per Paolo Morelli e gli Alunni del Sole arriva sotto la scuderia discografica "Produttori Associati" ,a Milano Paolo vive la sua migliore dimensione artistica,creata in simbiosi con la geografia musicale degli studi di registrazione in cui si alternava anche Fabrizio De Andrè ,con cui collaborò con suggerimenti su spunti musicali nell'album " Non al denaro,non all'amore,nè al cielo".Gli arrangiamenti di Giancarlo Reverberi, musicista che proveniva dall'esperienza con le Orme,avendo suonando con la band veneziana anche nell' album "Contappunti", vestono le musiche di Paolo in modo perfetto senza snaturarne la forma cantautorale.Gli Alunni del Sole ,con Paolo Morelli,si differenziano dagli altri complessi musicali negli anni settanta.Le sue canzoni ed i testi non sono mai banali,risentono dell'influenza musicale classica,sprazzi di contaminazioni english timbrate King Cremona, ascoltate "Epytaph" per comprendere ,Elton Johnn e sonorità classiche strumentali.Lavori discografici quali "Jenny e la bambola" del 1974 e "Le maschere infuocate" del 1976,sono la conseguenza della vena compositiva migliore di Paolo.Il concept "Jenny e la bambola" nasce dalla visione di una ragazza ,incontrata alla stazione di Milano, con la valigia ed una lunga bambola di cartone tenuta sopra un braccio .La nebbia milanese lo ispira in un racconto in cui la protagonista vive una storia d'amore inespressa,con una maternità negata,divisa tra sogni infranti ed occasioni perdute. '"..e non mi resi conto neanche dove stavamo andando ,solo dopo un pò mi accorsi che la trovavo bella e quando per la via del mercato un venditore le gridò che era bella ,pensai sconfitto che io per primo glielo avrei voluto dire." (Un manichino in vetrina ).L'intero lavoro discografico è un alternarsi tra soluzioni orchestrali,come il brano strumentale "Quelle sere in riva al mare un'orchestrina suonava da lontano " e la lunga suite "Jenny" .La televisione riporta le immagini di Paolo Morelli in bianco e nero a CANZONISSIMA,seduto al pianoforte,con il suo sguardo timido ed il volto lunare,da bravo ragazzo,così lontano dall'iconografia di altri gruppi musicali di quegli anni. Le mani che scivolano sui tasti bianco e neri del pianoforte e la sua voce che intona perle del pop melodico. Nel 1977 Paolo Morelli scrive "A canzuncella" che rappresenta una linea di passaggio per la nuova canzone d'autore napoletana,come fu l'album "Midnight Love" di Marvin Gaye nel passaggio al NuSoul. L'animo partenopeo di Paolo si esalta nella semplicità degli accordi,nell'incessante e ripetuto inciso e nel testo che non parla d'amore in senso struggente o melodrammatico,ma in modo scanzonato e quasi ironico "..Che me mparato a fà si doppo tantu tiempo ti si scurdata e me.....che t'aggiu ditto a ffà rivammo n'ata vota un'ora pò bastà pe te sientì parlà .....ti si spugliata ccà,ti si spugliata ccà si bella e nun o saccoi come faccio e tè guardà..te voglio bene ancora e se dice pò pe dì e intanto t'accuntento co chista canzuncella... " Questa canzone sarà l'apripista ad artisti quali Pino Daniele o Enzo Gragnaniello ,che da quel momento in poi, proprio in lingua napoletana, incisero dischi di successo. Canzoni come "Concerto ","E mi manchi tanto","Un'altra Poesia","Jenny","Guardi me,guardi lui","Tarantè", "I tuoi silenzi","A canzuncella","Liù" sono successi discografici che si tramutano anche in premi speciali,come la vittoria al Festivalbar nel 1978. Dopo il grande successo di "Liù" cambia la line up degli Alunni del Sole ,con l'uscita di Giampaolo Borra e Giulio Leofrigio e l'ingresso di Ruggero Stefani (ex drummer del gruppo Prog L'uovo di colombo) alla batteria e Gianfranco Coletta (ex Chetro e Co. e Banco del Mutuo Soccorso al basso ),in seguito si aggiungeranno Enrico Olivieri (Metamorfosi) alle tastiere e Alessandro Saba al basso .Dal 1978 in poi la vena musicale di Paolo si diversifica e risente dei cambi delle sonorità con l'uso di tastiere e pianoforte elettrico .Per la musica italiana ,per il pop melodico ,Paolo Morelli rappresenta un cantautore che è attorniato da valenti musicisti,un Sole che irradia i suoi raggi ,ma risente del suo mondo artistico interiore che rifugge dalle luci della ribalta ed ama circondarsi di sogni,immergendosi nel mondo dei simboli e della fantasia.Lo showbiz è incessante,dopo tanti anni pesa il cambio di ambiente discografico,svanisce il mondo Produttori Associati ,dove si viveva la musica nella dimensione più da club che da grande major,si passa dalla dischi Ricordi alla RCA e cambiano i modi e i tempi di lavorazione degli album.Paolo Morelli concepisce la musica e la composizione come momento di ispirazione privata con un suo metodo.Si siede al pianoforte e compone, parole e musica sono conseguenziali ed il resto del gruppo si accoda con la sezione ritmica che disegna contrappunti musicali.Tutto questo alla RCA finisce,le sale di registrazione della major hanno turni devastanti,gli Alunni del Sole iniziano a suonare dalle 23.00 in poi ,registrando prima i suoni e poi la voce e Paolo ,artista abituato a ritmi e metodologie di lavoro differenti, risente di questo nuovo modo di lavorare.L'album "Carezze",inciso nel 1981, proprio per la RCA.è forse il lavoro più impersonale e meno bello degli Alunni del Sole,con arrangiamenti stucchevoli di coretti ed archi di Del Newman ,che è l'ombra infinitesima del grande arrangiatore Gianfranco Reverberi che ha saputo sempre esaltare la musica ed i testi di Paolo .Gli anni ottanta passano attraverso lavori discografici come "Quando si è soli come me", lontani dal successo commerciale ,fino ad arrivare ad inizio anni novanta con l'album "Di canzone in canzone " datato 1992,in cui per la prima volta in copertina esce la dicitura "Paolo Morelli Alunni del Sole ",con una sua bella immagine in primo piano in copertina.Il mondo musicale si ferma per circa cinque anni,la dimensione privata ed artistica intrisa di pittura sembra prendere il sopravvento nella vita di Paolo Morelli,il fermo discografico non annulla la vena creativa che si esternerà anni dopo.Il suo mondo si compone di tinte pastello scure,in grandi quadri che popolano la sua mente,l'inseguimento dei sogni,il mondo fatto di stanze colorate e di figure femminili è come un tappeto su cui adagiare la vita ,quasi come un quadro appesso alle pareti. La vena creativa ripropone un Paolo Morelli maturo,che acuisce il senso intimistico ,variando lo stato d'animo da sentimentale a chansonnier ,sembra riappropriarsi del tema canzone che trasuda sofferenza "E io sentimenti ancora non ne ho ,perdutamente resterò a sognare,io sul tuo vestito riderò e piangerò soltanto quando vuole Dio ....Vagabondo o musicista la mia vita d'artista l'amore che non finirà ......" (Io canto)
Il lavoro discografico "E risalire il tempo " ,datato 2005, rilancia un Paolo Morelli motivato,che scrive una bella pagina di introduzione del doppio cd con otto canzoni inedite ed i grandi successi riarrangiati.La sua ultima opera musicale "Il sogno che svanisce " segna il tempo dei quarantacinque anni di attività artistica con la novità di una canzone in napoletano ,intitolata "Na canzone" scritta per Patti Pravo . Dal 1968 al 2013 ,diversi decenni hanno caratterizzato la vita di tante persone ,perse tra le sottili illusioni e gli amori nati,inseguiti,svaniti,alle immagini in slow -motion,travolte dai diari di scuola o da dischi in vinile,da monete inserite nei juke boxes e cabine telefoniche a gettoni. "Nel cuore è un mondo di sogni malandrini.." ed un sogno malandrino in una sera d'ottobre ferma il tempo..Il sogno che svanisce...Paolo Morelli,sale verso il cielo,tra vestiti senza portafortuna e immagini di carta,tra anelli di zingara e stelle di vetro sul pavimento.Si chiude il sipario terreno su una lunga porzione di canzoni,ritornelli inventati,si spegne il sole degli Alunni .La musica italiana perde un protagonista dalla grande sensibilità e tenerezza,lontano dai ritmi della società multimediale,lontano dall'accecante luce della ribalta,ma sempre vivo perchè l'arte è immortale anche per un incantatore di canzoni come Paolo Morelli.
"E risalire il tempo mi è sembrato l'unico modo ,per un cantautore in età "matura",quale io sono,per continuare a fare il mio mestiere di incantatore di canzoni.Come continuare a cantare l'amore se non cercando di ricomporre su di un'unica tela i frammenti della memoria per averne una veduta totale ed un quadro continuo ?Ma in effetti cos'è che agisce da collante nella concatenazione di queste intermittenze ? Capita spesso -nei discorsi comuni-di dire "...mi sembra ieri che.." ,innescando quel criterio di riunificazione di tante tessere sparse ,che ,introducendo il passato nel presente senza alterarlo,finisce per annullare quella grande dimensione del Tempo secondo la quale si attua la vita.Anche è proprio vero che operiamo un procedimento di esclusione dei tanti giorni inutili,ripetitivi ed abitudinari che si frappongono tra i pochi o tanti momenti significativi della nostra esistenza .Continuo ad avere in me sempre più ferma l'opinione che l'arte sia l'unico mezzo non solo per risalire il proprio tempo,ma soprattutto per ridare vita a quelle esperienze a impressioni che,nel caso mio,diventano poi le mie canzoni.Proporsi un progetto ed innamorarsi pian piano della propria opera riesce a scatenare un processo evocativo di grande suggestione .E solo a patto di seguirlo mi è accaduto di vivere di nuovo ciò che avevo in parte dimenticato e di fare di nuovo ciò che avevo abbandonato."
Paolo Morelli 2005 Roma (Dalle note di copertina del disco "E Risalire il tempo .."
PLAYLIST ESSENZIALE
33 GIRI
"Jenny e la bambola" , "Dove era lei a quell'ora" ,"Le Maschere infuocate ","E manchi tanto ","A canzuncella"
45 giri
"Ombre di Luci-Carezze" ,"Pagliaccio-I mendicanti dell'amore","I tuoi silenzi-Poesia d'ottobre","Fantasia-Fiori"
"Un'altra poesia-I Ritornelli infantili ", "Guardi me,guardi lui -Le Maschere infuocate"
LE CANZONI NASCOSTE
Come spesso accade tra i solchi dei dischi ci sono canzoni che non possono essere selezionate come singolo,perchè meno dirette al primo ascolto.Paolo Morelli ha scritto tante canzoni "nascoste" che sono da scoprire.La più bella canzone nascosta ,mai pubblicata in LP, è "Poesia d'ottore",che fu inserita quale B side nel 45 giri "I tuoi silenzi" ed in seguito riarrangiata per il CD "E risalire il tempo .."
La maggiore età (Lp E mi manchi tanto)
Nausicaa /La stanza colorata/Io e Te ( Lp Le Maschere infuocate)
Un manichino in vetrina/Quelle sere in riva al mare un'orchestrina suonava da lontano/la bambola di cartone
( Lp Jenny e la bambola)
La stanza delle illusioni,dei sogni e della realtà/Zingarella/Scusa/Cercavo proprio te (Lp A canzuncella)
Nonna nonna/Maddalena/Ritrovarsi/Se hai peccato (Lp Liù)
Tutto come un anno fa/Carmè/Canzone int'o suonno (Lp Tarantè)
Recentemente (Lp Cantilena)
L'acqua di una fontana (Lp Carezze )
Ancora Michelle/Intorno al sole/Continuando verso Napoli (Lp Quando si è soli come me)
O' sole se ne jeva (Lp Di canzone in canzone)
Io canto..l'amore che non finirà/Zingarella/Poesia d'ottobre/E risalire il tempo/ (Cd E risalire il tempo)
La storia infinita/Ci vorrebbe un altro caffè/Ancora più di ieri/Il sogno che svanisce (Cd Il sogno che svanisce )
CANZONI IN LINGUA NAPOLETANA
Napoli,con i suoi scorci,i suoi vicoli,la sua letteratura ha influenzato il mondo di Paolo Morelli,basta pensare al romanzo di Giuseppe Marotta "Gli Alunni del Sole" ,che narra di un gruppo di persone che vivono i vicoli della città partenopea ascoltando i racconti di un bidello che narra di mitologia greca in modo divertente.L'artista ha sempre pensato e suonato le canzoni in "napoletano",anche usando la lingua italiana,ma solo nel 1977 ebbe l'occasione di scrivere una canzone che poi divenne un must della canzone partenopea:"A Canzuncella" .
Sono tanti i brani cantati in napoletano,tra cui "A Canzuncella" 1977 e "Tarantè" 1979 che escono come singoli sul mercato discografico. Paolo Morelli è da annoverare tra i migliori cantori in napoletano,lontano anni luce da cantanti quali Gigi D'Alessio o i neomelodici. Morelli ricalca le orme di Murolo ,con maggiore ariosità negli arrangiamenti ,segnando sempre il tempo della melodia attraverso il pianoforte.Sono tanti momenti sonori e una tra le più belle canzoni napoletane è "Scusa",che era il lato B del 45 "A canzuncella"
PLAYLIST MIGLIORI CANZONI IN NAPOLETANO
Scusa / A canzuncella (Lp A canzuncella)
Tarantè/ Carmè/Canzone int' o suonno (Lp Tarantè)
O' sole se ne jeva (Lp Di canzone in canzone )
O' tiempo d'è rose (CD L'amore che non finirà)
Ce ne jamme/Fronna e Limone (CD E risalire il tempo)
Na canzone (CD Il sogno che svanisce )
COLLABORAZIONI
Paolo Morelli ha scritto per altri cantanti solo in tre occasioni:
1969 "Labbra d'amore" cantata da Donatella Moretti
1971 "La mano del signore " cantata da Little Tony
2013 " Na canzone " cantata da Patti Pravo
Hanno suonato con Paolo Morelli e gli Alunni del Sole :
Gato Barbieri sax, Agostino Marangolo batteria e percussioni,Tony Esposito percussioni,Fabio Pignatelli (Goblin,Venditti) basso,Tony Panzarelli (Venditti ) chitarra.
CANZONI INTERPRETATE DA ALTRI
A CANZUNCELLA : Ornella Vanoni,Enrico Ruggeri,Matia Bazaar
JA DAVON STIRBT MAN NICHT (A CANZUNCELLA versione in tedesco ) Jurgen Marcus
LIU' : Amalia Grè
E MI MANCHI TANTO : Patti Pravo,Franco Simone,CONQUEROR, PiQuadro
GIOCATTOLO (versione in spagnolo con altro titolo ) Placido Domingo
RICONOSCIMENTI
Una vittoria al Festivalbar nel '78 con Liù, due Telegatti Sorrisi e Canzoni TV ed altrettante vittorie a Vota la Voce (1977-1978), una Maschera d'argento (1979), diversi premi della critica ed il prestigioso Premio Carosone conferito a Napoli nel mese di dicembre 2010.
CASE DISCOGRAFICHE
La storia musicale di Paolo Morelli e degli Alunni del sole ha una scritta bianca su fondo bianco: PRODUTTORI ASSOCIATI,la casa discografica del gruppo Ricordi. che ha segnato i tempi di maggiore successo e qualità musicale del cantautore napoletano.L'esordio ha il sigillo della PARADE di Micocci,deus ex machina della successiva scuola cantautorale romana e fondatore della IT,passando attraverso la LIBERTY ,per poi trasferirsi da Roma a Milano con il contratto per la ProduttoriAssociati di Casetta. Nel 1978 ,l'album "Liù" esce per la Dischi Ricordi e nel 1981 per la RCA viene inciso l'album "Carezze" . Finisce l'epoca delle major e la crisi di vendite del mercato discografica sposta la produzione per la Venus con l'incisione dell'ultimo album in vinile ,per la DV More ,per la Nar international ed infine per la SELF.
ARRANGIATORI E PRODUTTORI
Arrangiatori:
Giorgio Gaslini ,versione inedita di "Dove era lei a quell'ora"
Gianni Mazza, "Dove era lei a quell'ora "
Giampiero Reverberi
Ruggero Cini
Fabio Pignatelli
Produttori : Piero Colasanti,Roberto Danè.
DISCOGRAFIA
33 giri
1972: Dove era lei a quell'ora (Produttori Associati PA/LP 38)
1973: ...E mi manchi tanto (Produttori Associati PA/LP 50)
1974: Jenny e la bambola (Produttori Associati PA/LP 53)
1975: Raccolta di successi (Produttori Associati PA/LP 55)
1976: Le maschere infuocate (Produttori Associati PA/LP 66)
1977: 'A canzuncella (Produttori Associati PA/LP 76)
1978: Liù (Dischi Ricordi SMRL 6225)
1979: Tarantè (Dischi Ricordi SMRL 6248)
1980: Cantilena (Dischi Ricordi SMRL 6263)
1981: Carezze (RCA Italiana PL 31594)
1982: Quando si è soli come me (RCA Italiana PL 31658)
1992: Di canzone in canzone (Venus 509 003-1)
CD
1996: Il meglio (DV More CDDV 5949)
1996: L'amore che non finirà (DV More CDDV 5950)
2005: ...E risalire il tempo (NAR International, NAR 10705 2)
2013: La storia... il sogno (SELF)
45 Giri
1968: L'aquilone/Con l'aiuto degli dei (Ulisse) (Parade PRC 5054)
1969: Concerto/Le 4-Le 5-Le 6-Le 7 (Parade PRC 5072)
1970: Fantasia/Fiori (Liberty Records LIB 9063)
1971: Ritorna fortuna/Ombre di luci (Produttori Associati PA/NP 3184)
1971: Isa...Isabella/Collane di conchiglie (Produttori Associati PA/NP 3185)
1971: Ombre di luci/Carezze (Produttori Associati PA/NP 3194)
1971: Un ricordo/Cosa voglio (Produttori Associati PA/NP 3195)
1972: Fantasia/Fiori (Produttori Associati PA/NP 3209)
1973: ...e mi manchi tanto/I ritornelli inventati (Produttori Associati PA/NP 3220)
1973: Concerto/L'aquilone (Erre, RR 3063; versioni del catalogo Parade)
1974: Un'altra poesia/I ritornelli infantili (Produttori Associati PA/NP 3225)
1974: Concerto/Fantasia (Produttori Associati PA/NP 3227)
1974: Jenny/Canzoni d'amore (Produttori Associati PA/NP 3231)
1974: I tuoi silenzi/Poesia d'ottobre (Produttori Associati PA/NP 3237)
1975: Pagliaccio/I mendicanti dell'amore (Produttori Associati PA/NP 3246)
1976: Guardi me, guardi lui/Le maschere infuocate (Produttori Associati PA/NP 3256)
1977: 'A canzuncella/Scusa (Produttori Associati PA/NP 3266)
1978: Liù/Se hai peccato (Dischi Ricordi, SRL 10870)
1979: Taranté/Giocattolo (Dischi Ricordi, SRL 10898)
1980: Cantilena/Non è vero (Dischi Ricordi, SRL 10920)
1981: Carezze/Il giorno che verrà (RCA Italiana PB 6531)
Discografia fuori dall'Italia 33 giri
1978: Liù (Dischi Ricordi/Metronome 0065011; pubblicato in Germania)
1978: Liù (Dischi Ricordi, RL 10007; pubblicato in Argentina) 45 giri
1978: Liù/Se hai peccato (Dischi Ricordi, 1779; Liù è cantata in spagnolo; disco pubblicato in Spagna
venerdì 27 gennaio 2012
The Ghost of Dachau ,il vento freddo di Germania.
Tutto scorre in orario, metropolitana di superficie, autobus, nulla sfugge alla precisione in un giorno di dicembre per vivere i luoghi della memoria incancellabile. Rimane sempre là il cancello di ferro, sotto ad una torretta alla fine di un logoro binario.“Arbeith Macht Frei” c’è scritto, una frase ridondante nel tempo, accesso all’ultimo respiro di libertà e di vita. C’è un vento freddo a Dachau, così vicino alle case, si prova una sensazione strana, rimani immerso in quello che vedi nei film, rimani impigliato nelle tante storie, nei volti scavati, nei corpi ammassati e pensi che quegli stessi luoghi erano l’ultimo avamposto di dignità. Anno millenovecentotrentatre, il Lager diventa il modello della detenzione dei prigionieri che non appartengono alla razza ariana, che hanno ideologie diverse dal Nazismo.
Non è passato tanto tempo da quegli anni,dall’Olocausto,dalle assurdità di pensiero su razze superiori o inferiori, su distinzioni di sesso e religione. Camminare in mezzo ai pioppi piantati dai detenuti, è come percorrere il loro cammino tra le file parallele delle baracche. Adesso rimangono solo lunghe file parallele ai lati del viale, con il basamento in cemento delle strutture in legno, con lo sguardo si perde su uno spazio vastissimo come due campi di calcio messi insieme. Tutto intorno il filo spinato che era l’ultima barriera per la vita, la divisione tra la detenzione ed il martirio e il respiro della libertà.
Le sette torrette dove i soldati tedeschi controllavano il campo sembrano ancora custodire le sentinelle pronte i mitragliare. Il vento è sempre più freddo quando varchi le stanze di disinfestazione poste prima delle "camere a gas", ma la sensazione di tempo immobile è nella “Baracke X”. L’edificio fu costruito tra il 1942 ed il 1943, dopo il primo forno crematorio realizzato nel 1940. Uomini come oggetti perduti ed inutili, che venivano buttati su una lettiga, senza vita, per essere cremati in una serie di tre forni che hanno trasformato corpi innocenti.
Pura follia di un pensiero alienato. Il primato di una razza, il primato di un’ideologia. Tanti frammenti di storia si ricompongono con l’area dedicata alla memoria, dove sono custodite le ceneri di migliaia di vittime, dove ci sono i monumenti che testimoniano le diverse fedi religiose, tanti frammenti che poi si scompongono, quando alle nostre spalle si chiude il cancello ed “Arbeith Macht Frei” rimane impresso nella mente. Il vento freddo di Dachau ti cambia la vita, ti lascia un segno indelebile, rimani sospeso tra realtà,immagini di carta, storie di uomini, donne, bambini, con gli occhi tristi e carnefici farneticanti .Senti qualcosa dentro, una domanda interiore “ma come potevano fare quelle cose”, la mente rimane impigliata nel filo spinato della storia.
La razza superiore è nell’immensa distesa del mondo, non ha colore di pelle, non ha differenza di religione, la razza superiore è nel nostro senso di solidarietà. Lo sguardo si volta indietro, rivedi gli spazi, le baracche, l’aria fredda gela il volto.
Il tempo sospeso si rimette in moto, tutto scorre in orario, autobus, metropolitana, tutto in ordine. Il cielo grigio è sopra di me, penso alla Germania impunita per i crimini commessi, forse è troppo tardi. La Merkel, le banche, i grandi poteri, non hanno mai varcato il cancello dove i fantasmi di Dachau soffiano il vento della memoria. Non dimentichiamolo … Mai !
martedì 8 novembre 2011
Immersi nella realtà tra destino e poteri effimeri...
E siamo qua,chiusi in un angolo di mondo a guardare dalla finestra tutto ciò che scorre.Tra segni del destino,dove siamo spettatori impassibili, di situazioni in cui le forze della Natura dettano leggi della Terra e sono fiumi in piena che travolgono ogni cosa e lasciano un segno forte ed indelebile di vite rubate nei segni di fango...E noi siamo qua a leggere pagine di giornali, piene di solite notizie di politica,attacchi personali, per non so quali realtà non realizzate,mentre il mondo corre in fretta .Il tempo è una variabile incontrollabile che mescola immagini in slow motion ,decenni che passano come fotogrammi sbiaditi ,ma forti di colori perchè la Tradizione ,il passato è la forza del Futuro.Dinanzi a noi notizie in Tv,innumerevoli password e numeri da ricordare,perdendo giorno per giorno l'essenza dell'essere,sbiadita nella concezione dell'avere e del mutlimediale.Siamo figli del passato,reduci degi anni settanta,ma non andiamo via dalla realtà,siamo forse come gli ultimi Moichani,o figli dei Templi Maya,nelle loro concezioni astrologiche,nel ciclo delle macchie solari,dei giorni e dei tempi che condizionano la nostra vita.Lasciateci ancora le nostre immaginazioni,il nostro Essere,che sono lontanissimi dai giochi della politica del Potere e dei Governanti,dove nulla è denso di emozione,è solo la ricerca oggettiva della gratificazione sociale.Non dimentico mai,quando incrociai il pianto di un bimbo in Guatemala,se soltanto anche per un attimo i nostri Signori del Caos e del Potere incrociassero gli occhi e gli sguardi degli ultimi,dei dimenticati dal tempo,quante cose sarebbero diverse...Noi rimaniamo qua con il nostro modo di vivere,ultimi Mohicani di un mondo che corre troppo in fretta...
venerdì 7 ottobre 2011
Steve Jobs,cuore,emozioni,cambiamenti epocali e piccole cronache locali.
Ci sono storie che si interpongono,di livello profondamente diverso,ma che in un modo o nell'altro fanno parte della nostra vita,delle nostre giornate,delle nostre consuetudini.Tante schegge impazzite colpiscono.La malattia,il normale genio,l'assoluta assenza di valori e lo squallido "entairtenment" da prima pagina.Le storie si inseguono,diverse,tra cronaca nera e assoluto livello.Sfogliando i giornali nazionali e locali,il fruscio della carta che si svolge tra i polpastrelli delle dita,si erge in parole che scorrono.Tanti nomi sui titoli dei fogli di carta e sull display web,ma oggi,ieri,domani ,sarà ed è il giorno di Steve Jobs.Possono esserci grandi sistemi,grandi ingegnerie,informatica,codici binari,ma quando il cuore e l'intelligenza guidano la scienza è quello il trionfo dell'Uomo,dell'interiorità.Non possiamo non guardare al progresso,alle evoluzioni che in fondo ci rendono tutti uguali nella percezione delle notizie.Se adesso il mondo delle informazioni e la scienza è frammentata sul web,dobbiamo ringraziare Steve Jobs.Ogni tempo ha i suoi spazi,i suoi contenitori da riempire,Apple e Steve Jobs hanno visto lontano,lontano dai fogli di carta intestata,da lettere da attendere dal postino che imbuca sulla tua casella l'ultimo sogno e speranza, che ti fanno battere il cuore,ma il tempo è una variabile impazzita.Rivoluzione.Dobbiamo fare i conti con l'evoluzione che è positiva, quando c'è un cuore ed un'anima che la guida.Steve Jobs è stato un nuovo Meucci,un capovolgitore della comunicazione,molto più veloce,per tutti,senza distinzione di sesso,di razza,appartenenza,bisogna solamete coglierla al volo e decodificarla con le proprie emozioni.Ci sono tanti sentimenti che si aprono nei cassetti dell'anima.Tutti diversi,tutti flash back della vita,noi reduci degli anni settanta che annusavamo ancora l'odore dell'inchiostro sulla carta intestata e disegnavamo ghirigori per compiacere a qualcuno,adesso siamo i signori esperti che hanno attraversato il tempo per oltre quarantanni e ci poniamo domande e non troviamo risposte ,se non nelle nostre realtà raffazzonate dai giorni .La tecnologia ci aiuta e sconfigge,ci ruba il tempo immobile,proiettandoci in ogni parte del mondo,ma scopriamo poi che nei nostri piccoli luoghi siamo sempre un pò più soli.Basta un notebook,una connessione ad internet,un social network per essere più liberi e più intorno al mondo ? No,non basta tutto ciò è solo un surrogato di realtà.Mi piace immergermi nel risveglio,negli odori di città,negli scampoli di vita vissuta,in tutte quelle distrazioni e inefficienze che ci fanno più deboli....Informatica,semantiche veloci,sguardi sul futuro che diventano cronache locali.Oggi, sette ottobre anno duemilaundici le cronache locali parlano anche di "piccoli uomini" che facevano da prestanome ad altri nomi,detentori di effimeri poteri..Sorrido,ma rimango deluso come il potere che si traduceva in società sportive che vinsero lo scudetto nella Pallavolo femminile,si potesse intrecciare in "appalti truccati" nella sanità,con complice -e come da cronache giudiziarie- una vedova di un vicepresidente del precedente consiglio regionale assassinato ed oggi onorevole della Repubblica, ..Ed i miei occhi leggono che questo tizio,arrestato,con clamore e sui titoli principali abbia avuto contatti con-scusate se scrivo il nome- addirittura Lele Mora,elemento di cui non giudico le azioni e lo stile rimettendomi alle note di cronaca.Rimango un pò da Knock Out,pensando a quanto tempo abbiamo perso da persone perbene ad inseguire i sogni ,ma il tempo è galantuomo e noi,da gente comune diventeremo INDIGNATI,perchè un nuovo 68 è alle porte,non lasciamoci addormentare dal potere mediatico.Noi e solo noi siamo i nuovi Don Chisciotte ,con anima e cuore,contro i mulini al vento ?Ce ne sono tanti di Lele Mora,Berlusconi,Minetti,Fede ,Tarantini,Bersani,Penati.Le dita sulla tastiera scivolano veloci ,per concludere scrivendo "Ma fino a quando? Il Whole Point of No Return sta arrivando....
mercoledì 15 giugno 2011
I VIGILI DEL FUOCO ,IN SERVIZIO UOMINI VERI,SOLIDALI,SENZA PAURA DI LACRIME AGLI OCCHI.
Il tempo degli Eroi appartiene al Mito,alla fiction ,alle sale cinematografiche. Ci sono uomini che ogni giorno vivono insieme per dodici ore,sono in divisa ,condividono camerate e mensa,partenze ed interventi,sono i VIGILI DEL FUOCO. Hanno ispirato film,racconti,leggende,appartengono all’immaginario collettivo dell’Eroe che indomito si tuffa tra le fiamme ed il fuoco. Conosco il mondo dei Vigili del Fuoco,l’ho attraversato per motivi professionali dal 1990 al 2008,spostandomi da piccole caserme disagiate,da aeroporto a caserma centrale,da Reggio a Siderno,Polistena,Melito,Gioia Tauro,Palmi,Bianco. Un universo umano vario e variegato,dai Vigili del Fuoco anziani,che appartenevano alle schiere di concorsi degli anni sessanta,dove si svolgevano le prove pratiche,dove bisognava sapere costruire un muro,essere fontanieri,elettricisti,carpentieri,perché Pompiere significava essere “tutto”.Aprire porte con anziani chiusi in casa,aprire lamiere d’auto con cesoie con gente da salvare,usare gli idranti negli incendi. Un mondo che cambia,in passato fatto di piccoli corpi di guardia,dove stava solo una persona ed un centralino a cui arrivavano le chiamate anche per il soccorso ambulanza. Un giorno ricordo che arrivò una telefonata di soccorso e di corsa in soli dieci secondi l’autista e l’assistente salirono sull’ambulanza e partirono. Questa è la Mission,per usare un termine moderno, che scava nelle nostre giornate. Le immagini scorrono troppo in fretta,con migliaia di mani strette,con riunioni e consulenze,tante piccole storie che si compongono. A volte sono troppo nascosti i pompieri dalle luci della ribalta,troppo semplici forse,non “Super Eroi”,ma gente di cui ti puoi fidare,che chiami per salvare il solito gattino che scappa su un albero,o per liberarti dall’ascensore che diventa sempre meno respirabile quando rimani bloccato dentro. La semplicità è la grandezza della loro azione,delle sirene della notte che squarciano il silenzio,le fiamme alte che avvolgono auto ed il pericolo che incombe ,anche quando d’estate per dodici ore di seguito cerchi di spegnere un incendio boschivo appiccato dal solito sciacallo. Dodici ore insieme loro in divisa verde e pantaloni con le strisce orizzontali gialle,un gruppo di uomini che vivono e si scambiamo porzioni di ricordi,di racconti,ma vivono anche il tempo degli addestramenti,degli aggiornamenti professionali. Gli anni passano ,la tecnologia regala nuovi metodi,oggi le sale operative sono un gioiello di informatica. Computers,centraline audio,video controlli di videocamere cittadine,personale specializzato.Un mondo che rimane però sempre eroico nell’immaginario collettivo dei camion con le scale che si alzano,ultimo romantico frammento di storia,mentre oggi sofisticati software nei camion comandano azioni importanti. Cambiano gli anni ed è sempre più alta la specializzazione,dai pareri di conformità e staticità di edifici,di controlli sicurezza,di interventi su problemi di inquinamento,corpi specializzati sommozzatori,squadre soccorso fluviale,corpo cinofilo,tutto un mondo tecnico e specializzato che ha il cuore e l’anima del Vigile del Fuoco che lo spinge.
Si potrebbe scrivere tanto,ma le parole a volte non rendono il senso del vivere in caserma,dodici ore insieme,dove il tempo è una variabile instabile,dove la prima partenza è sempre pronta al soccorso,dove le squadre sono sempre in tensione,ma gli uomini sono semplici e tra loro solidali e la divisa è solo il collante simbolico di un forte ed omogeneo corpo unico. A volte il destino scompiglia tutto,dalla famiglia pompieri va via un componente in modo tragico e cade il mondo intorno. Tredici giugno duemilaundici,Capo Reparto Esperto Lillo Latella,qualcuno ti chiama dal Paradiso,non compone il 115,ma strappa fortemente gli affetti,il cameratismo dei colleghi .L’ultimo viaggio sull’autoscala con la bandiera tricolore ,il casco,i fiori e la mano del tuo collega sulla bara,i suoi occhi di lacrime,il suo volto disfatto,innalzano al cielo il dolore di chi resta in terra senza un padre,un marito,un fratello,un parente,un amico e un collega.
Senza paura di lacrime agli occhi
Fulvio D’Ascola
Foto gentilmente concessa da Marco Costantino
Si potrebbe scrivere tanto,ma le parole a volte non rendono il senso del vivere in caserma,dodici ore insieme,dove il tempo è una variabile instabile,dove la prima partenza è sempre pronta al soccorso,dove le squadre sono sempre in tensione,ma gli uomini sono semplici e tra loro solidali e la divisa è solo il collante simbolico di un forte ed omogeneo corpo unico. A volte il destino scompiglia tutto,dalla famiglia pompieri va via un componente in modo tragico e cade il mondo intorno. Tredici giugno duemilaundici,Capo Reparto Esperto Lillo Latella,qualcuno ti chiama dal Paradiso,non compone il 115,ma strappa fortemente gli affetti,il cameratismo dei colleghi .L’ultimo viaggio sull’autoscala con la bandiera tricolore ,il casco,i fiori e la mano del tuo collega sulla bara,i suoi occhi di lacrime,il suo volto disfatto,innalzano al cielo il dolore di chi resta in terra senza un padre,un marito,un fratello,un parente,un amico e un collega.
Senza paura di lacrime agli occhi
Fulvio D’Ascola
Foto gentilmente concessa da Marco Costantino
giovedì 2 giugno 2011
RINO GAETANO,via Nomentana 2 giugno 1981,la fine della vita,l’inizio del Mito.
Notte del 2 giugno 1981,una Roma sonnolenta è svegliata da un forte botto nella via Nomentana.Una Volvo 343 si schianta contro un camion,il conducente è gravissimo, muore in ospedale per le gravissime ferite,a pochi giorni dalla data del suo matrimonio. Il conducente si chiama Salvatore Antonio Gaetano,nato a Crotone il 29 ottobre 1950,professione cantautore. Sono passati tre decenni dalla scomparsa e Rino Gaetano vive nella grandezza della Musica. I suoi esordi al Folkstudio di Roma tra Venditti e De Gregori e la fucina di talenti della scuderia discografica della “It” di Vincenzo Micocci,sono i primi passi per un ragazzo calabrese che nel 1973,anni in cui il pop melodico e poetico italiano degli Alunni del Sole ,divideva gli scenari con il Prog di Pfm,Osanna,Banco del Mutuo Soccorso,Orme ed i primi vagiti dei cantautori. Il suo primo album “Ingresso libero” nel 1974,contiene perle come “Ad esempio a me piace il sud” e “I tuoi occhi sono pieni di sale” ,ma il successo arriva l’anno successivo con il 45 giri “Il cielo è sempre più blu”.
Il suo modo di cantare è in antitesi con lo stile di interpreti classici quali Al Bano,Nicola Di Bari,Gianni Morandi,la sua intonazione non è delle migliori,ma la sua forza sono i testi,il suo modo un po’ “spiancicato” del mostrarsi,Rino Gaetano trasuda anima ,ironia,leggera protesta verso una società italiana che attraversa gli anni del compromesso storico,di post strategia della tensione,del perdersi tra le righe del sessantotto,in una crisi entrante nell’austerity delle domeniche senza auto .Anni bui per l’Italia,le sue canzoni iniziano ad avere una grande presa tra i giovani “« C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. ».Queste erano le parole pronunciate prima di un concerto negli anni della sua massima notorietà. Il successo arriva nel 1978 con la ribalta del Festival di Sanremo,”Gianna” conquista il podio,dietro Matia Bazar ed Anna Oxa,mostri sacri della musica italiana di quei tempi,ma diventa dirompente con “Nuntereggae più”,una canzone in stile con la musica di Bob Marley che spopolava quell’anno ed un testo che era un lungo elenco di nomi di personaggi,di uomini politici,dello sport e dello spettacolo che allora erano sulle prime pagine dei giornali .Il tempo inesorabile è come un fiume che scava il letto,è inutile perdersi in elogi ed elegie per un artista,anche il senso dell’Arte può essere ribaltato,quando gli estetismi diventano parole,cappello a cilindro,un cane a guinzaglio ed un viso non da rock star. Rino Gaetano era tutto questo,vero,originale,andava dritto al senso delle cose.Il cantautore colpiva per il suo modo di essere,un corpo estraneo ,diverso dai politici Guccini,Lolli,dei romani De Gregori,Venditti,dal sentimentale Baglioni.Lui cantava di sud,di viole che sfiorivano,di operai della Fiat ,di paesaggi e luoghi,di stanze,di contadini,di zappe,di vanghe. Nulla resta di fisico,ma tantissimo rimane nell’aria,nel cielo sempre più blu,perché mio fratello è figlio unico,l’arte,la musica,le emozioni di Rino Gaetano sono sempre lì,da cogliere ,ma senza occhi pieni di sale.
2 giugno 1981,via Nomentana Roma,una Volvo 343 si schianta contro un camion…..
Il suo modo di cantare è in antitesi con lo stile di interpreti classici quali Al Bano,Nicola Di Bari,Gianni Morandi,la sua intonazione non è delle migliori,ma la sua forza sono i testi,il suo modo un po’ “spiancicato” del mostrarsi,Rino Gaetano trasuda anima ,ironia,leggera protesta verso una società italiana che attraversa gli anni del compromesso storico,di post strategia della tensione,del perdersi tra le righe del sessantotto,in una crisi entrante nell’austerity delle domeniche senza auto .Anni bui per l’Italia,le sue canzoni iniziano ad avere una grande presa tra i giovani “« C'è qualcuno che vuole mettermi il bavaglio! Io non li temo! Non ci riusciranno! Sento che, in futuro, le mie canzoni saranno cantate dalle prossime generazioni! Che, grazie alla comunicazione di massa, capiranno cosa voglio dire questa sera! Capiranno e apriranno gli occhi, anziché averli pieni di sale! E si chiederanno cosa succedeva sulla spiaggia di Capocotta. ».Queste erano le parole pronunciate prima di un concerto negli anni della sua massima notorietà. Il successo arriva nel 1978 con la ribalta del Festival di Sanremo,”Gianna” conquista il podio,dietro Matia Bazar ed Anna Oxa,mostri sacri della musica italiana di quei tempi,ma diventa dirompente con “Nuntereggae più”,una canzone in stile con la musica di Bob Marley che spopolava quell’anno ed un testo che era un lungo elenco di nomi di personaggi,di uomini politici,dello sport e dello spettacolo che allora erano sulle prime pagine dei giornali .Il tempo inesorabile è come un fiume che scava il letto,è inutile perdersi in elogi ed elegie per un artista,anche il senso dell’Arte può essere ribaltato,quando gli estetismi diventano parole,cappello a cilindro,un cane a guinzaglio ed un viso non da rock star. Rino Gaetano era tutto questo,vero,originale,andava dritto al senso delle cose.Il cantautore colpiva per il suo modo di essere,un corpo estraneo ,diverso dai politici Guccini,Lolli,dei romani De Gregori,Venditti,dal sentimentale Baglioni.Lui cantava di sud,di viole che sfiorivano,di operai della Fiat ,di paesaggi e luoghi,di stanze,di contadini,di zappe,di vanghe. Nulla resta di fisico,ma tantissimo rimane nell’aria,nel cielo sempre più blu,perché mio fratello è figlio unico,l’arte,la musica,le emozioni di Rino Gaetano sono sempre lì,da cogliere ,ma senza occhi pieni di sale.
2 giugno 1981,via Nomentana Roma,una Volvo 343 si schianta contro un camion…..
sabato 21 maggio 2011
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