mercoledì 4 novembre 2009

La corda al collo.Diverse ribalte mediatiche per chi si toglie la vita...

Stanze vuote,corridoi bui,discesa ll'inferno dal lato sbagliato della vita.Il presente è tutto in uno spazio stretto,il passato è fatto di omicidi,inseriti nella criminalità o dipinti di terrorismo ideologico.Il futuro è come un numero da giocare nella roulette del tempo.L'abbandonare la vita è sempre doloroso,senza marchi,sono anime che vagano ,che scappano via dalla terra,aggrappate ad una corda,a lenzuoli strappati,saltati nel vuoto.In questi giorni i titoli dei giornali si popolano delle notizie del suicidio di Diana Blefari Melazzi,il solito coro di opinioni che inneggiano alla morte annunciata perchè terrorista rossa e brigatista,alle cure non prestate per il suo "essere" politico.Dibattiti sulla vita nelle carceri,sovraffollamento,c
ondizioni psicologiche e fisiche da accertare,come sempre va in scena il carrozzone dei "lo avevo previsto""è una vergogna".Bisognerebbe pensare ai problemi della detenzione e del disagio sempre e non solo quando in carcere la gente arriva all'estremo gesto del suiidio.Francesco Gozzi aveva cinquantadue anni,ergastolano,detenuto da 41 bis,tre giorni prima della "brigatista" Diana Blefari Melazzi,si impicca in cella.Anche lui con una lunga striscia di vita trascorsa tra agguati,estorsioni,bassa criminalità,'ndrangheta,omicidi.Comunque un uomo,una persona,macchiato da un passato dalla parte sbagliata della società.Di lui non abbiamo letto nulla,nelle prime pagine dei giornali,nella tv,sul web.E' troppo diverso dalla Blefari,in fondo chi era? Un appartenente alla 'ndrangheta,un killer,vuoi mettere con la spinta ideologica che muove la mano nelle armi dei Brigatisti? Esistono ribalte differenti,stessa conclusione di una storia,ma il colore politico e gli "opinion makers" sono sempre là a cogliere le notizie e lanciarle nell'arena mediatica,come preda da cacciare con commenti ed opinioni.
E' sempre così,una identità,un marchio resta sempre impresso in un uomo:rumeno,negro,mafioso,fascista...a volte un marchio è solo in una direzione,dimenticando che la dignità umana non ha colore,sesso,religione,ma le notizie che fanno audience e vendita sono sempre dipinte da particolari colori...
Non resta che pensare a Diana Blefari Melazzi e Francesco Gozzi,come vittime stritolate dal loro passato e dall'inciviltà della detenzione che non riabilita,ma che annulla la persona,la dignità..
Ci saranno altre Diana e Francesco,ma tutto scorrerà sempre a tempo di spot .


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